Passione

Aforismi

Mass Media

Chiunque controlla i media, controlla le menti.
Di qualsiasi cosa i mass media si stanno occupando oggi, l'università se ne è occupata venti anni fa e quello di cui si occupa oggi l'università sarà riportato dai mass media tra vent'anni. Frequentare bene l'università vuol dire avere vent'anni di vantaggio.
I mass media con i loro giornalisti non sono altro che i megafoni della stupidità, il verbo per eccellenza.
I mass media, col loro culto della celebrità e il relativo contorno di fascino e richiami sensazionali, hanno fatto dell'America un paese di fan, di spettatori. Dando corpo e sostanza ai sogni narcisistici di fama e gloria, incoraggiano l'uomo comune a identificarsi con gli idoli dello spettacolo e a odiare la "massa", moltiplicando le sue difficoltà ad accettare la banalità dell'esistenza quotidiana.
I media si occupano solo di quattro cose: sesso, scandali, violenza e celebrità, e se la tua storia non ne possiede nessuno, allora sei semplicemente privo di storia.
I media sono materie prime come le risorse naturali, come il carbone, il cotone o il petrolio: in una società basata su determinate materie prime, la vita sociale è organizzata di conseguenza.
I media sono un giocattolo in mano ai ricchi. E i ricchi lo usano per diventare ancora più ricchi.
L'accettazione docile e subliminale della loro influenza ha trasformato i media in prigioni senza muri per gli uomini che ne fanno uso.
L'azione dei media è quella di far accadere le cose piuttosto che di darne conoscenza.
L'azione dei media è quella di far accadere le cose piuttosto che di darne conoscenza.
Oggi i media si muovono in branchi, come pecore in gregge; non possono spostarsi separatamente. Per questo, su tutto ciò che viene riportato, leggiamo e ascoltiamo gli stessi resoconti, le stesse notizie.
Ogni medium è un'arma poderosa per aggredire altri media.
Tutti quelli che esaltano il frastuono dei mass media, il sorriso imbecille della pubblicità, l'oblio della natura, l'indiscrezione innalzata al rango di virtù, li si deve chiamare: collaborazionisti della modernità.